La Befana e i Vigili Urbani

L’altro ieri sono andato a vedere una mostra fotografica di Henri Cartier-Bresson, in cui erano esposte alcune delle sue foto più famose scattate nei suoi vari viaggi in Italia (io adoro le foto in bianco e nero).

(per motivi di diritti d’autore non posso pubblicare la foto qua, ma puoi vederla cliccando qui)

Questa del 1951 in particolare mi ha colpito, perché non conoscevo la tradizione che il giorno della Befana venissero festeggiati anche i vigili urbani.

In realtà alla Befana è legato il mio primo impatto con le tradizioni e la scuola italiane. Devi sapere che mi sono trasferito in Italia dalla Germania durante le vacanze di Natale del 1979 e il mio primo giorno di scuola in Italia fu il giorno successivo alla Befana. Ero in seconda elementare e spiaccicavo giusto 4 parole di italiano. Ovviamente la maestra ha letto il racconto della Befana, che io ascoltavo con occhi spalancati: tra che non capivo ancora molto di italiano, tra che non avevo mai sentito parlare di una vecchia che volava su una scopa…

Il bello è che poi la maestra ci ha chiesto di scrivere il riassunto !

AIUTO

Ecco, in un’ora sono riuscito a scrivere 5 righe. Non ne ricordo il contenuto, quello che so per certo è che le ho scritte esprimendo il suono italiano con la grafia tedesca. Così per esempio “ciao”, l’avrei scritto “tschao”.

Alla fine di questi interminabili 60 minuti, la maestra ha letto ciò che avevo scritto e poi mi ha detto di copiare il riassunto del più bravo della classe.
Nonostante in generale io faccia fatica a ricordarmi i nomi delle persone, il suo me lo ricordo benissimo: Andrea Sartore.

Dopo che avevo finito di ricopiare, ha preso il mio banco e lo ha attaccato al fianco destro della sua cattedra e mi ha detto: “Domani porta un dizionario ed iniziamo“.

Nutro immensa gratitudine e rispetto verso la mia maestra delle elementari, una donna da noi molto rispettata e preparatissima. Pensa che al liceo scientifico faticavo con il latino e i primi 2 anni andavo a ripetizione da lei, una maestra delle elementari.

Sarà per questo forse che conosco il valore di un bravo mentore e, quando ne trovo uno, faccio ciò che mi dice ?

Non è l’unica lezione preziosa che ho imparato da quel primo giorno di scuola in Italia: ogni volta che devo iniziare ad imparare qualcosa di nuovo, inizio dal copiare da qualcuno di bravo.

TUTTI gli artisti copiano. Scrittori, poeti, pittori, registi. Tutti.
Quando copi succedono 2 cose. La prima fase è quella in cui assimili: all’inizio non capisci un accidente, copi pedissequamente. Poi, piano piano, inizi a vedere chiaro, e mentre assorbi come una spugna passi a cogliere il mondo di chi stai copiando.

Poi arriva la seconda fase, quella in cui inizi a provare un leggero fastidio nel corpo, una resistenza. Qui è fondamentale che tu ascolti il tuo corpo:

Lo senti questo fastidio ?

È l’eco del TUO stile unico, della TUA firma.

Ironicamente più copi gli altri, più scopri come sei differente.

Paradossalmente è imitando che scopri il TUO stile unico, la TUA firma.Condividilo su

Perciò, paradossalmente, invece di tentare di essere originale, IMITA lo stile dei grandi, in modo tale che la loro grandezza risplenda dalla tua opera. E’ la cosa più vicina che puoi avere ad una conversazione con loro.
Mira alla perfezione, ma nota i tuoi errori, perché contengono il seme della tua individualità.

Buona Befana

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