Quella volta in cui volli giocare come attaccante

Venezia primi anni ’80, gioco come portiere di riserva nell’Alvisiana, la squadra di calcio “fighetta”, in quanto vivaio del Venezia Calcio. Per intenderci, in squadra con me c’è il figlio di Helenio Herrera (che ogni tanto viene a vedere giocare suo figlio). Ma io sono solo un bambino “krukko” di 10 anni, da poco trapiantato dalla Germania a Venezia. Come potevo sapere che quell’anziano signore con gli occhiali scuri e l’espressione del viso severa fosse l’inventore del catenaccio ed una leggenda vivente del calcio… ?

Comunque io voglio giocare a calcio e la panchina mi sta stretta, così ho ceduto alle lusinghe del capitano del vaporetto con cui chiacchiero 3 volte alla settimana durante il tragitto di 50 minuti che mi porta dall’altra parte della città al campo degli allenamenti.

Passo quindi al S.Elena, che è sì il sestiere di Venezia dove si trova lo stadio del Venezia, ma è una zona popolare. Qui, in quegli anni, hanno creato la società di calcio giovanile per tenere i ragazzi lontani dai guai nei campielli.

Arrivo, mi fanno tirare 2 calci e mi chiedono in che ruolo voglio giocare. Io rispondo di getto: “Attaccante !”

Ho sempre soltanto giocato in porta fino ad allora. Ritengo di essere anche bravetto, ma nella squadra più forte della città, non basta.

Arriva il sabato e la prima partita. Scendo in campo con il numero 9 e passo l’intera partita nell’area di rigore… la nostra. 😂

A fine partita l’allenatore mi dà una pacca di incoraggiamento sulla spalla e dice: “Dalla prossima partita tu giochi come difensore”.

E aveva ragione: ho quel che si suol chiamare “2 piedi di legno” e non ho visione per la costruzione del gioco, ma so anticipare molto bene le mosse offensive della squadra avversaria e so dove farmi trovare per chiudere il loro gioco. Sono un osso duro nella marcatura a uomo, gli attaccanti non mi sopportano: non mollo mai, come un bulldog che stringe i denti sulla sua preda.

Questa caratteristica ce l’ho ancora oggi su alcune cose selezionate, quelle a cui ci tengo: alcuni progetti personali (come p.e. imparare a surfare), alcuni progetti in azienda (solo quando percepisco il commitment dei diretti interessati) e i miei clienti di coaching.

Quando è stata una volta che ti sei reso conto che volevi una cosa, ma semplicemente non era nelle tue corde ?

Quale è una caratteristica che ti contraddistingue, che le persone riconoscono in te e che ti è utile ?

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