L’effetto che ha il lavoro di trasformazione Resonance sui miei clienti è triplice: in primis ottengono un senso di fiducia e di supporto, che non deriva da qualcosa di esterno, ma da un sentire interno.
In secundis ripartono con un senso di chiarezza su quale sia la LORO direzione nella vita privata e nel lavoro. Con questo intendo una direzione che tenga conto delle LORO condizioni (NON è un “come posso adattarmi o farmi piacere il contesto in cui mi trovo ?”).
Io stesso continuo ad utilizzare questo processo per me stesso (sono stato di recente di nuovo ad una settimana intensiva di Simone Pacchiele) e ieri, chiacchierando con un amico, mi sono reso conto che venerdì scorso era il mio ultimo giorno di lavoro in azienda prima di 3 settimane di ferie.
Ora devi sapere che è da oltre 15 anni che non mi davo il permesso di prendere 3 settimane di fila di vacanza e che l’ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze (anche solo se mi assentavo per 3-4 giorni) ho SEMPRE fatto notte fonda per chiudere loops aperti, informare tutti, delegare i progetti che dirigo etc
Venerdì ore 16.30 ho chiuso il portatile, alle 17 ero in costume al chiosco della spiaggia 🙂
Ah, quasi dimenticavo: tutta la settimana scorsa ero già al mare ed ho lavorato in smart working dall’appartamento al Lido di Venezia. 3 mattine prima del lavoro sono stato a cavalcare onde sulla tavola da surf. Giovedì sono andato addirittura 3 volte: prima del lavoro, a metà mattina in un buco di un’ora mezzo tra una riunione online e l’altra e alle 7 di sera. E’ stata la giornata in cui ho reso in assoluto di più al lavoro ed in cui ho imparato di più su come cavalcare meglio le onde 🤙
Non lo dico per vantarmi, ma per dare una testimonianza del fatto che è possibile creare un contesto alle PROPRIE condizioni.
Bada bene però che servono almeno 2 elementi: spegnere la reattività (fuga, combattimento ed immobilizzazione) del nostro cervello limbico che vede “leoni” ovunque e darsi tempo (le cose non si trasformano dalla sera alla mattina, a me ci è voluto un’anno / anno e mezzo).
Ciò che è successo a me quando ho smesso di reagire agli stimuli del contesto in cui vivo (un altro esempio di venerdì è che proprio alla mattina del mio ultimo giorno di lavoro sono entrate via email 2 potenziali rogne molto grandi, questa volta ho risposto che se ne sarebbe occupato il mio team settimana prossima, consapevole e sicuro che sono perfettamente in grado di farlo come me, se non anche meglio) è che il mio capo si è reso conto di come lavoro, di come ho costruito una squadra di professionisti e come anche loro rendano un sacco.
E siccome il mio capo ci tiene ad ottenere risultati, ha capito in fretta che gli conveniva acconsentire alle mie e nostre condizioni: io ho ricevuto un’aumento durante la pandemia, quando a livello aziendale erano stati bloccati tutti gli aumenti. Una parte del mio lavoro avviene in smart working in cui mi gestisco in completa autonomia l’orario. Questo vuol dire che ogni tanto mi prendo del tempo per me stesso durante la giornata (una comissione, un webinar, una sessione di surf…), tanto recupero alla sera o il weekend. Ciò che deve quadrare è che i risultati arrivino e che, ovviamente, ci sono alcuni appuntamento che non posso saltare. Anche ai membri del mio team piace avere una flessibilità che gli altri non hanno.
E la cosa sorprendente di questo tipo di trasformazione è che sembra che non accada niente di particolare, ma una volta che hai spento la tua reattività tutta una serie di situazioni che percepivi come problemi, non li percepisci più come tali e il tuo senso di possibilità si espande naturalmente ed inizi a fare con naturalezza, cose che prima non facevi. È per questo che ti sembra che tu non abbia fatto niente di particolare, di eroico.
Poi anche quei sottili tentativi di manipolazione, di giochi di potere di cui tutti siamo oggetto, sia nell’ambito lavorativo, che personale, quando il sistema limbico non reagisce, non attechiscono più e le persone che le attuavano smettono, perché non c’è più gusto quando non reagisci più. Senza accorgertene gli hai rotto il giochino e il tuo contesto si trasforma 🙂
Tu hai chiarezza su quale sia la TUA direzione e ritieni possibile creare un contesto che la supporti ?
Per vivere la vita che vuoi vivere, hai bisogno di 2 cose: spegnere la reattività del tuo cervello limbico e darti tempo. – Condividilo su