Quando sai come farlo, il processo di trasformazione personale avviene così naturalmente che ti sembra che non sia cambiato niente, per questo è utile avere delle metriche, dei marcatori e tenere traccia della tua vita in un diario.
Uno dei punti di accesso per la tua trasformazione è il corpo: quando percepiamo un senso di impossibilità blocchiamo alcune parti del nostro corpo.
Proprio stamattina stavo sfogliando a caso il mio diario e sono finito su una nota di un anno fa, te la riporto testualmente:
Non so se siano gli esercizi fatti sulla panca, l’aver fatto allenamento di remata con le braccia sulla tavola, tutto questo lavoro somatico sul sentire e mollare…
Sta di fatto che quest’anno al mare è la prima volta che riesco a nuotare a stile libero. Sento molto meglio il mio corpo (ho più propriocezione), ho notato che avere forza nel tratto lombare ed inarcarlo mi aiuta molto a tenere una postura di migliore galleggiamento e scivolamento nell’acqua (sia a stile, che a dorso, in entrambi di solito le mie gambe tendevano ad affondare).In particolare oggi, ho nuotato pianissimo ponendo l’attenzione a fare poca fatica, a fare dei movimenti più efficienti e fluidi possibili e mi è sembrato di aver fatto il tratto a stile più lungo di sempre (per me).
Effetto del “lasciar andare”, “mollare” su cui sto lavorando ?
Chissà, comunque è bello.
E ieri al mare ho fatto una nuotata ed ho notato che riesco andare a stile ancora più a lungo dell’anno scorso 🙂
Una cosa simile è successo ad un mio coachee, che mi ha raccontato che da quando ha divorziato si è sciolta la contrazione sulle spalle ed ora le sente libere e che lo supportano.
Sono trasformazioni che, se non ci fai caso, se non ci porti l’attenzione, ti sembrano la cosa più naturale del mondo e la cosa interessante è cosa fai e cosa percepisci come problema, una volta che il tuo corpo ha lasciato andare alcune cose: semplicemente le persone non si ricordano più quali problemi avevano prima, perché ora si muovono ad un nuovo livello.
Per questo motivo è utile avere alcuni metriche per tenere traccia di cosa sta succedendo, se te la stai raccontando o se hai trasformato la tua vita e nemmeno te ne sei reso conto.
Una delle metriche che uso io è il numero di volte che sono andato a cavalcare le onde con il surf. Nella stagione invernale 22-23 sono andato 5 volte al mare e 2 volte in piscina delle onde.
Nella stagione invernale 23-24 sono andato 17 volte nel mare e non solo più nell’Adriatico (che è una pozzanghera), ma anche in Liguria e andando prendermi sulla testa un po’ di “onde vere” in Francia sulla costa atlantica. Senza contare le 9 sessioni che ho fatto nel torrente in centro a Monaco di Baviera.
Perché ho scelto questa metrica ?
Perché l’esperienza di sentire quella tensione nella mia schiena quando la tavola inizia a scivolare sotto ai miei piedi, sapendo che se faccio un piccolo movimento sbagliato vengo centrifugato dall’onda è una di quelle che voglio avere.
Dove metti la tua attenzione, lì ottieni risultati. – Condividilo su
Tu hai delle metriche che usi ?
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