Uno degli esercizi che ultimamente mi diverto di più fare è “fare il meglio che posso con ciò che ho”.
Dopo aver passato 13 mesi in lockdown per via del covid (in cui ho avuto la fortuna di poter continuare a lavorare dalla cameretta di mia figlia, ma sono stato seduto troppo tempo) e con l’arrivo della bella stagione ho una gran voglia di fare movimento e di divertirmi.
Io mi annoio ad andare in palestra e fare pesi: lo trovo monotono e ripetitivo. Ultimamente ho fatto delle capatine al parco ed ho riscoperto un’attività che mi fa tornare bambino e che mi piace tantissimo: arrampicarmi sugli alberi e trovare nuovi passaggi su una specie di spalliera a forma di triangolo, oppure camminare in equilibrio sulle ringhiere che delimitano la pista di pattinaggio a rotelle.
Stamattina invece non avevo voglia di andare fino al parco, perchè alle 11 ho appuntamento online con il mio coach, così ho deciso di… fare il meglio che posso con quello che ho: ho preso la tavoletta propriocettiva che ho costruito a Natale, una corda e un blocchetto yoga e sono andato sulla terrazza condominiale del mio caseggiato.
Ho passato mezzoretta a fare movimenti vari che mi sono inventato e così ho stimolato anche la mia sete di esplorazione e la voglia di giocare.
L’approccio faccio il meglio che posso con ciò che ho è come un muscolo: all’inizio mi sono reso conto di averlo usato per caso, poi ho deciso di utilizzarlo di proposito (per esempio anche in situazioni di lavoro) e ora mi accorgo che serve sempre meno intenzione volontaria per avviare questo processo e mi sorprendo a posteriori di averlo usato (come stamattina), sembra quasi che sia diventato automatico. E ho scoperto anche che è un’ottima cura contro la mia lamentite e la malattia del ma il mio caso è diverso. 🙂