Ti hanno raccontato un sacco di fesserie…

Il weekend scorso sono stato a Monaco di Baviera ed ho dormito a casa di mio padre nel Villaggio Olimpico, dove ho vissuto fino ad 8 anni. Una mattina sono andato dietro casa, dove c’è un campo giochi a forma di piccolo borghetto. Non appena ho imboccato il vialetto ho sentito la schiena raddrizzarmi, il petto aprirmi, le spalle scendere e ho tirato su la testa ed inspirato profondamente.

E’ stato qualcosa di immediato, prima c’è stata la reazione somatica, poi mi sono ricordato che su quel vialetto assieme a mio papà, che mi teneva in equilibrio con la mano sotto al sellino, io ho imparato ad andare in bicicletta senza le rotelle !

Non so se ti è mai capitato, magari quando vai a casa dei tuoi genitori o vai nel garage in cui giocavi da ragazino/a e senti l’odore caratteristico di quel posto. Oppure ti capita con il tono di una voce o non appena senti le note di una determinata canzone (per esempio a me basta sentire un paio di strimpellate di ukelele della canzone Over the rainbow di Israel Kamakawiwo’ole e mi parte la pelle d’oca e mi emoziono).

Questa cosa è interessante: io mi sono posto la domanda “Perchè in alcuni casi ho una reazione somatica ed in altri no ?

Ho scoperto che ho SEMPRE una reazione somatica, ma che io negli anni ho tagliato questi segnali, mi sono abituato a non sentire ed a rifuggiarmi nelle mie elucubrazioni mentali.

Nel percorso che sto facendo (e che faccio con i miei clienti di coaching) NON mi interessa analizzare quando e tantomeno perchè ho smesso di sentire. Sicuramente è stato perchè era troppo forte ed era sgradevole. Sin da bambini nasciamo con un istinto di avvicinarci al piacere e ad allontanarci dal dolore. E’ un istinto che ci è tornato utile e, come specie, ci ha permesso di sopravvivere per 40.000 anni.

Vuoi perchè le sensazioni che sperimentiamo sono troppo forti, vuoi per il condizionamento sociale che riceviamo (genitori, scuola, religione…) portiamo via l’attenzione da alcune cose e la riponiamo su altre, tagliando via ciò che sentiamo e ci illudiamo che possiamo risolvere tutto con la mente.

Il punto è che in realtà non è che non sentiamo più, ma semplicemente blocchiamo alcune emozioni nel nostro corpo.

Dovevi vedere la mia normale postura un paio di anni fa (spalle gobbe) e confrontarla con quella che ho oggi.

Ti ho già raccontato come dopo un’intera settimana con il mio mentore, in cui non ho fatto altro che ascoltare metafore e rispondere a delle domande in gruppo o da solo, sono tornato a casa con un mal di schiena molto forte. Il mio corpo in realtà mi ha sempre mandato quei segnali, semplicemente io li ho tagliati. Come quel rumore di sottofondo di un ventilatore d’estate, della cui presenza ti accorgi soltanto quando qualcuno lo spegne e fai “Ahhh, senza questo rumore ora sto meglio” e ti rendi conto che rilassi il collo e le spalle.

Perchè è così importante ricominciare a sentire ?

I “mental coach” ti vogliono far credere che la mente comanda e il corpo segue, ma questo è un concetto vecchio (risale agli anni ’80) ed è anche stato smentito dalle neuroscienze e dalla embodied cognition. 

In realtà noi percepiamo OGNI cosa del mondo esterno attraverso il nostro corpo (è autoevidente) e solo POI diamo un significato a ciò che abbiamo sperimentato. Se quindi percepisci i segnali del mondo attorno a te attraverso dei “sensori” che mandano segnali solo quando lo stimolo esterno è enorme (per dire, se ti rendi conto delle sensazioni fisiche soltanto quando ti butti da un ponte facendo bungee jumping), allora ti perdi un sacco di dati che l’ambiente ti manda.

La realtà in cui viviamo è complessa, non possiamo permetterci di perdere tutti questi segnali. Chi ha una struttura per percepire e sostenere una maggiore mole di dati del sistema, performa meglio degli altri.

La trasformazione parte da dentro

Anche qui, non è come dicono i para-guru spirituali o i coach new age che predicano “la risposta è dentro di te” e che le persone hanno dentro di loro tutte le risorse necessarie per risolvere tutti i loro problemi.

Chi va da un coach, NON sa quale è la risposta, altrimenti si sarebbe arrangiato già da solo (è evidente).

E non basta “guardarsi dentro”, mentalmente non troverà MAI la risposta.

Noi ci relazioniamo con gli altri e con il mondo attraverso il nostro corpo, quindi se non siamo connessi ad esso, i risultati che otteniamo sono limitati.

Noi ci relazioniamo con gli altri e con il mondo attraverso il nostro corpo, quindi se non siamo connessi ad esso, i risultati che otteniamo sono limitati.cit. Condividilo su

A qualsiasi livello di percezione tu ti trovi, ti assicuro che puoi andare ancora più nel dettaglio: parlo proprio di percezione dei blocchi di tensioni che percepisci nel tuo corpo.  E quando parlo di blocchi parlo sempre ed esclusivamente di blocchi fisici, non psicologici. Come, per esempio, quella tensione alle cervicali e alla spalla destra, che io sento spesso. 

Per me la psicologia non esiste, e la mente è solo una parte del corpo; non che non abbiamo delle funzioni cognitive, ma queste partono sempre dal corpo. Come quella reazione somatica che ho avuto sul vialetto per andare al campo giochi, dove poi mi sono ricordato di aver imparato ad andare in bicicletta.

A Monaco, tra gli altri, c’è stato un altro evento che mi ha colpito, quando alla Alte Pinakothek mi sono fermato davanti a questo quadro:

ho sentito come la mia schiena si è raddrizzata partendo dal tratto lombare, le spalle sono andate indietro e sono scese e ho notato che ho espirato.

Prima d’ora non mi ero mai reso conto consapevolmente dell’impatto di un’opera d’arte sul mio corpo.

E non è che proviamo solo sensazioni piacevoli. 

Io in macchina come navigatore uso sempre Google Maps sul cellulare, ma oggi avevo la batteria scarica e dovevo fare un breve tragitto, perciò dopo anni ho acceso il navigatore installato nella mia macchina. 

Appena ho sentito la voce femminile a dare la prima indicazione, ho sentito una stretta allo stomaco e al petto. Dopo qualche secondo mi sono reso conto che quella voce è identica al navigatore della macchina del mio capo di 15 anni fa, quando assieme andavamo in Germania con la sua auto. Quelle trasferte erano massacranti e stressanti, non le ricordo volentieri.

Ma il nostro corpo è in continuo movimento, c’è contrazione e c’è espansione: prendi il respiro attraverso i polmoni, guarda il cuore mentre pompa il sangue, osserva le cellule al microscopio, nota i movimenti peristaltici del tuo intestino che ti permette di fare la cacca.

Quando sopprimiamo delle sensazioni creiamo un blocco somatico nel nostro corpo, invece ciò che permettiamo di sentire (piacevole o spiacevole che sia) poi passa.

Le sensazioni che tagliamo, creano blocchi nel corpo; quelle che sentiamo, dopo un po’ passanocit. Condividilo su

Il tuo corpo è la bussola migliore e più raffinata che tu possa avere per essere te stesso ed esprimere tutto il tuo potenziale. Se vuoi una trasformazione attorno a te, inizia da dentro.

P.S: quando vorrai affinare la tua bussola interna contattami per una pre-sessione di coaching.

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