L’esperienza che volevo con il minimo sforzo

In questi giorni, nonostante il mare sia completamente piatto, esco 2 volte al giorno con la mia tavola da surf per fare un po’ di allenamento di bracciate e i “pop-up” (il movimento per scattare in piedi sulla tavola quando prendo l’onda) in vista delle mareggiate di settembre-ottobre. Non sto fuori molto tempo (massimo mezz’ora), ma la frequenza degli allenamenti, vince sempre sull’intensità.

Il corpo diventa bravo in ciò che fai (e perde ciò che non fai) – Ido Portal Condividilo su

Oggi fa particolarmente caldo e sono un po’ stanco, quindi mi distendo di schiena sulla tavola, che però è un po’ instabile, perché è una tavola per cavalcare le onde, non un SUP e non sostiene tutto il mio peso. Per via dell’instabilità, sono tutto teso: cerco continuamente di compensare allargando e riportando la gamba destra verso il centro della tavola.

A causa di questo stato di tensione non mi sto godendo per niente l’esperienza (sono troppo instabile), quindi invece di rilassarmi e riprendermi dallo sforzo delle bracciate, mi sto stressando ancora di più: ho la pancia tesa, tutti i muscoli del collo contratti e sono iper-reattivo, compensando eccessivamente e aggiungendo ancora più instabilità.

Finché, ad un certo punto, non provo a compensare ruotando semplicemente la testa.

La testa è un’appendice molto pesante e il collo è capace di fare micro-movimenti calibrati ed ondulatori (come il movimento del mare). È stato molto più efficace ed ho potuto iniziare a rilassare il resto del mio corpo. Ci ho messo comunque 2 – 3 minuti buoni per abbandonarmi completamente.

Quando rilasso i muscoli delle varie zone del corpo, i miei sensi si espandono e riesco a sentire anche i piccoli movimenti delle onde, compensando dolcemente solo quel tanto che serve, come una pallina che sul fondo di un vaso che viene spostata dal centro e naturalmente ritorna nel punto di equilibrio in centro, in perfetta risonanza con l’ondulare del mare.

È stato bellissimo e, a quel punto, facilissimo rimanere sdraiato sulla tavola e godere dell’ipnotico dondolio del mare che mi cullava, potendo così abbandonare completamente i muscoli delle braccia e delle spalle.

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